Il pesce nelle Cinque terre è azzurro, povero ed estremamente gustoso. Triglia, orata, ricciola, cernia, branzino e sarde vengono preparati in moltissimi modi diversi ma quasi tutte le ricette sembrano condividere gli stessi ingredienti di base: l’olio extravergine ligure, che sembra creato appositamente per non coprire il delicato sapore del pescato fresco, le erbe della tradizione, l’aglio ed ancora gli odori dell’orto, le verdure, le olive nere e gli immancabili pinoli tostati, per dare quel tocco di consistenza in più e quel delicato sapore di affumicatura che tanto conquista il palato di chi si avventura in queste contrade. Credici: anche se non vai matto per il pesce, qui nelle Cinque Terre ti dovrai ricredere!
L’acciuga, regina a Monterosso al mare
L’acciuga è stata per secoli fonte di guadagno e sostentamento delle famiglie costiere. La più nota quella di Monterosso, paese tradizionalmente dedito alla pesca di questo pesce
Regina della tavola è la celeberrima acciuga, pescata con la lampara e oggi tutelata da uno specifico disciplinare che le attribuisce l’IGP. Nota come pan du mà (“pane del mare”) poiché per secoli ha rappresentato l’unica fonte di guadagno e sostentamento di intere famiglie, l’acciuga ligure è ancora oggi conservata in arbanelle (contenitori) di vetro chiuse da un tappo in ardesia: non troverete cantina ligure dove accanto a damigiane di prezioso olio o dispensa, dove assieme alle erbe appese a seccare non ve ne sia almeno un esemplare. Servita fritta, come condimento al riso ed alla pasta oppure ripiena come le cozze, in polpette o ancora imbevuta di limone e con un trito d’aglio e erbette, l’acciuga viene ancor oggi stipata, dopo una accurata salagione, in grandi barili chiusi da un peso di circa 40/50kg.
I muscoli del mare e le zuppe di pesce
Tra le tante varianti di cozze (muscoli in liguria), scegliete quelle ripiene!
Per chi ne va matto ci sarà l’imbarazzo della scelta a gustare le tante varianti di muscoli: le cozze come vengono chiamate in dialetto locale. Servite in moltissime varianti, tu segui il nostro consiglio e sceglile ripiene d’un impasto fatto con mollica di pane, mortadella, formaggio grattugiato, uovo, maggiorana, aglio, cipolla ed un sughetto di pomodoro a condimento. Ottime anche le zuppe di pesce, proposte non solo con crostacei e frutti di mare ma anche nelle versioni casalinghe. Tra tutte assaggia il Ciuppin: una zuppa ligure di pesci di scoglio servita con fette di pane abbrustolito che con un po’ di fortuna ti capiterà anche di trovare in qualche menu dei ristoranti sul porto, assieme a piatti tipici di altre zone, tra cui la Buridda e l’immancabile Zimino.
Bianchetti: un tesoro da intenditori
Un piatto da veri gourmet è la frittata di bianchetti, ma attenti alle truffe!
Cosa ci ha stupito di più tra tutto il pescato? I bianchetti: un massa opalescente e gelatinosa di piccoli di acciughe e sarde da non confondere con altre varietà tropicali spesso spacciate come novellame quando il calendario ministeriale non ne consente la pesca. Per riconoscere le truffe sappi che i veri bianchetti vengono pescati da gennaio-febbraio a marzo-aprile ed hanno un costo medio molto alto. I bianchetti, o la versione venata di rosa nota col nome di rossetti, hanno un gusto delicatissimo pertanto si consumano appena sbollentati e conditi con olio e limone oppure fritti o in zuppe che non contemplino lunghi tempi di cottura. Eccezionale è però la frittata: qualcosa di veramente unico che almeno una volta devi assaggiare nel tuo viaggio in Liguria!
Stoccafisso: una tradizione che viene da lontano
Lo stoccafisso è in Liguria una antica tradizione ormai radicatasi nella cultura culinaria locale
Si, hai letto bene: stoccafisso, prodotto non tipico ma che qui si è assai radicato in cucina, specie in quella povera. Cotto in padella e condito con intingoli vari come nella sua versione alla Badalucchese, nelle Cinque terre non puoi mancare di provarlo nella sua versione spezzina A zemin ovvero servito a tranci con un trito d’acciughe e odori, bietole, patate e salsa di pomodoro.
Datteri di mare: una prelibatezza salvata dai divieti
Un tempo una specialità esclusivamente ligure, tipica del golfo de La Spezia, erano invece i datteri di mare, molluschi che si annidano negli anfratti rocciosi con cui a Lerici, un po’ più in là, si faceva una ottima zuppa. Oggi la loro raccolta è vietata in tutta l’UE per i danni provocati agli scogli sui quali qualche furbacchione s’avventava addirittura col martello pneumatico.
Il tiàn de Vernàssa e il tradizionale pescato a tranci
Se in tutti gli splendidi cinque borghi che appartengono al Parco Nazionale delle Cinque terre, potrai gustare saporite ricette col pescato, solo a Vernazza riuscirai ad assaggiare l’autentico Tiàn de anciue di Vernazza: un piatto unico di acciughe e patate, condito con pomodoro, timo, prezzemolo, origano, rosmarino, aglio e profumato con olio ligure e vino locale. L’ordine degli ingredienti può ovviamente variare… anche in altezza e spessore!
É nelle ricette di pesce a tranci che si può cogliere la tradizione ligure, in tutta la sua saporita semplicità: non mancano mai erbe, verdure ed olio ligure DOP
Stoccafisso cumudàu e Spada alla ligure: quando il mare si sposa alla terra
Per il pesce a tranci la tradizione ligure invece ci mette del suo, così che accanto alle ricette classiche che ci regala l’ampia tradizione culinaria italica, qui diventa vietato dimenticare in dispensa olive liguri e pinoli: lo stoccafisso cumudàu (ovvero “accomodato“) si prepara col soffritto e i pinoli tostati in forno. Si spruzza con vino bianco ligure e si continua a cuocere con salsa di pomodoro, patate e olive. La ricetta del pesce spada alla ligure invece unisce ai pinoli ed alle olive anche capperi e prezzemolo, forse per sgrossare un po’ il sapore più corposo della carne.
Sei pronto adesso per scoprire i primi piatti della tradizione spezzina? Seguici qui!