Forse tra i ricordi d’infanzia alcuni di noi conservano ancora l’immagine della nonna o della zia china sul paiolo di rame a mescolare con forza una pappa cremosa e fumante, magari davanti al focolare nelle fredde sere d’inverno. E qualcuno che proviene dalle vallate montuose da quanta ne ha mangiata sarà pure arrivato ad odiarla quella crema dalla bontà sopraffina, delicata al palato ma dal sapore rustico come solo la cucina della tradizione può essere. É la farinata, una specie di polenta (ma non chiamatela così!) molto diffusa nella cucina tradizionale toscana, che si era soliti servire come piatto unico e riutilizzare il giorno dopo, quando sulla superficie si era formata una deliziosa crosticina.
Un piatto della tradizione toscana da gustare nelle fredde sere d’inverno, magari davanti al focolare
Ce l’ha fatta assaggiare Sara Guadagnoli, cuoca del circuito Coldiretti – Campagna Amica e grande appassionata di ricette della tradizione che nel suo Agriturismo Fattoria Le Rocche a Capolona la propone ai suoi ospiti in una variante davvero appetitosa, che conserva tutto il gusto della sana Toscana contadina: la Farinata gialla di mais con fagioli e rigatino.
La ricetta
La ricetta gustosa di Sara, che arricchisce la farinata di fagioli cannellini e rigatino croccante
Si tratta di un piatto gustoso e molto nutriente, diffuso con qualche variante un po’ in tutta la Toscana. In Garfagnana ad esempio è diffusa una variante con i soli fagioli borlotti ma che segue lo stesso procedimento di cottura e viene chiamata “la zeppa“. Per realizzare invece la ricetta di Sara ti serviranno almeno 500 grammi di farina gialla di mais, dai 600 ml a 1 litro d’acqua quindi 500 grammi di fagioli cannellini già cotti in precedenza, non scolati della propria acqua di cottura e 500 grammi di rigatino, oltre a qualche bella cipolla grossa, pepe, sale ed Olio Extravergine di Oliva.
Anzitutto si fanno soffriggere le cipolle in una padella e si mette a rosolare il rigatino tagliato a striscioline o a cubetti. A parte si riempie un tegame d’acqua e si porta a bollore. Meglio se il tegame in questione è in rame ma poichè non tutti hanno la fortuna di averne ereditato uno, andrà benissimo anche una pentola, purchè sia la più grande che hai a disposizione. Così sarà più facile, una volta in cottura, girare costantemente la farinata per evitare che faccia grumi.
Una volta portata l’acqua a bollore si comincia a versare la farina di mais, girando continuamente con un mestolo. Si procede finchè girando non ti rendi conto che la farinata ha assunto una consistenza medio-dura. A questo punto inserisci nella farinata i fagioli assieme alla loro acqua di cottura e continua a mescolare per fare in modo che s’incorporino. Fai la stessa cosa con il rigatino.
La farinata sarà pronta da gustare al momento in cui avrà raggiunto una consistenza cremosa da assaporare con il cucchiaio. Regola quindi di sale e pepe e servi!
Buon appetito!
E se avanza?
E se avanza basta lasciarle formare una croccante crosticina e mangiarla l’indomani, proprio come una volta!
Una volta era frequente che le massaie cucinassero affinchè ciò che si mangiava oggi rimanesse anche per la sera o l’indomani. Nel caso della farinata si lasciava nel paiolo, appeso sul treppiede, di modo che si formasse la crosticina in superficie, quindi veniva servita fredda solo con una goccia d’olio o con un po’ di cacio grattugiato sopra. Oggi possiamo trarre ispirazione da questa abitudine del passato e lasciare la nostra farinata a freddarsi, per gustarla con un filo d’olio l’indomani oppure tagliarla a fette e provare a passarla sulla gratella come se fosse polenta. A te la scelta!