La ciancinfricola è uno di quei piatti onomatopeici, che già dal nome ne intuisci l’origine. “Cianciare” e “fricolare” sono vocaboli del dialetto senese di campagna, che già il Righi Parenti ne denuncia l’origine squisitamente contadina. “Cianciare” significa chiacchierare di cose inutili, un parlare tanto per aprir bocca mentre “fricolare” può significare ambo darsi da fare senza concludere nulla che affrittellare in padella, ed in questo secondo caso l’esito è garantito!
Con uova, pomodoro, brodo e cipolla, la ciancinfricola è un piatto di gusto: dalle origini povere ma molto ricco di sapore
La ciancinfricola però, a dispetto del suo nome, è un piatto di gusto: povero ma ricco di energia e sapore. Veniva consumato a metà mattina, specie in estate quando son più disponibili i pomodori da sugo e specie dai braccianti e dai contadini, che senza poter disporre di vigorosi panini con la porchetta, s’accontentavano di poco per darsi forza durante il lavoro nei campi: qualche uovo, brodo fatto con gli ossi e le galline vecchie e pomodoro dell’orto. Oggi nelle sue poche varianti questo è un piatto che accompagna ancora le famiglie toscane. Noi lo facciamo spesso, quando non abbiamo molta voglia di cucinare e poco tempo a disposizione!
La ricetta originale prevede un uovo di quaglia a testa ma puoi anche ometterlo: otterrai comunque un buon risultato!
L’avrai sicuramente assaggiata almeno una volta nella vita: chi la chiama “pomodorata“, chi “picchio pacchio” e chi – come mia nonna – semplicemente “ovo al pomodoro“. Per farla bastano le uova, le cipolle, i pomodori già pelati, un pizzico di pepe, abbondante brodo, pane toscano raffermo, olio e sale. Per i palati più ricchi si è soliti aggiungere alla fine un uovo di quaglia a persona ma visto che i supermercati ne sono spesso sguarniti, otterrai un buon risultato anche senza, oppure sostituendolo con un uovo di gallina in più a testa, per una merenda o un pasto molto più succulento.
La ricetta per 4 persone
Inizia soffriggendo una grossa cipolla ed uno spicchio d’aglio ben tritati in tre cucchiai d’olio extravergine d’oliva, all’interno di un tegame di coccio oppure in una padella antiaderente finchè le cipolle non si saranno ben appassite. Aggiungi quindi un chilo di pomodori tagliati a pezzi, che prima avrai sbollentato e privato della pelle mentre ancora sono caldi, tenendoli da bollenti sotto l’acqua fredda così da non scottarti le dita. Trasferiscili in una padella salando ed aggiungendo pepe secondo il tuo gusto, senza dimenticare il coperchio.
Nel frattempo sbatti 4 uova di gallina, aggiungi alle uova sbattute un litro di brodo e quando i pomodori si saranno sfatti versa il composto d’uova e brodo nel tegame, avendo cura di sbattere con una frusta per far rapprendere gli albumi. Aspetta finché parte del liquido non si sarà rappreso ed aggiusta di sale e pepe se necessario. Nel frattempo prepara 4 piatti con una fetta di pane toscano raffermo tagliata ben alta (grigliata o scaldata se necessario) e quando nel tegame resta poco liquido versaci sopra la ciancinfricola.
Ora, munendovi di abbondante pane che ti servirà poi per la scarpetta e che ti consigliamo di tenere sempre a portata di mano, rompi sopra la tua ciancinfricola bollente un uovo di quaglia e gusta tutto il sapore rustico della tavola contadina!