Assaggiare il pane di Rimbocchi alla Sagra delle Sagre di Bibbiena mi ha fatto venire in mente un pensiero: per quando possa sembrare incredibile, oggi è diventato difficilissimo gustare un pane che presenti tutti i crismi del pane toscano che qui ti ho descritto. Il pane sciapo, dalla crosta incredibilmente croccante e dalla mollica alveolata è diventato per molti di noi toscani un sogno, paragonabile a quello di mio nonno pastore del Casentino quando la vallata soffriva di miseria, lui era giovinetto e l’unico pasto e companatico che conosceva era la polenta. La stessa ogni giorno: di castagne e senza tanti ammennicoli, una volta con le aringhe e l’altra con la ricotta. Questo per dirti che in quella bellissima vallata che è il Casentino per molti il pane bianco era un sogno di una volta ogni tanto, altro che impasti surgelati che oggi ci sorridono dalle vetrine!
Ricordi il vero pane toscano? A Rimbocchi in Casentino si fa ancora come una volta!
Per fortuna recentemente siamo riusciti a sfatare un po’ questo mito, grazie a questo blog che ha portato me e Luca in giro per la Toscana più autentica, quella cui appartengono antiche tradizioni e ricordi. E proprio in uno di questi viaggi gastronomici, abbiamo scoperto il pane di Rimbocchi, un piccolo paese in Casentino che s’incontra per salire al Santuario de La Verna, nel cuore di una valle non a caso denominata “Vallesanta“.
Il pane di Rimbocchi con l’acqua della Vallesanta
A Rimbocchi il pane surgelato ancora non è arrivato, per fortuna. É arrivata però la consapevolezza dell’importanza di organizzare una sagra col pane che qui si produce: un modo straordinario di tenere unite le persone del luogo e di far scoprire ai forestieri il significato di un alimento che in questi luoghi montani in passato scarseggiava, soprattutto nella sua versione bianca visto che toccava più spesso quello scuro, di crusca o fatto con un misto di cereali poco pregiati come mi raccontava mio nonno.
Acqua dei monti che visitò San Francesco e farine scelte di prima qualità: questi i segreti del pane di Rimbocchi
In Casentino ed in tutta la provincia di Arezzo il pane di Rimbocchi è un simbolo: realizzato con farina di alta qualità e con la preziosa acqua che sgorga dai monti della Vallesanta, ha acquisito nel tempo una fama che s’è allargata a tutta la regione. Il segreto – manco a dirlo! – è proprio l’acqua: come nel caso del caffè di Napoli o della Fügassa ligure. Così quando io e Luca abbiamo scoperto la Sagra del pane di Rimbocchi in occasione della Sagra delle Sagre di Bibbiena, improvvisamente tutti i ricordi legati al pane sono tornati alla mente: potevamo assaporare il gusto di un alimento autentico, imperfetto nella forma ma vivo nel gusto e nel rispetto delle materie prime che lo rendono speciale. Quella semplicità di ingredienti e quell’arte nel lavorarlo con le mani, il rispetto dei tempi di lievitazione e cottura, insomma… la poesia del pane, che a Rimbocchi – due passi dal Santuario in cui San Francesco ricevette le stigmate – assume quasi la veste di un ulteriore miracolo da trattare con devozione. Da assaporare in silenzio.
La Sagra del pane di Rimbocchi
Ogni agosto a Rimbocchi il pane diventa protagonista delle ricette della tradizione proposte alla Sagra locale
Ogni agosto (generalmente il 3 ed il 4 di ogni anno) la ProLoco di Rimbocchi organizza la sagra dedicata al pane ed alle mille ricette che caratterizzano la tradizione toscana: pappa al pomodoro (quella che vedi nelle foto di questo articolo, che può o meno essere condita con Olio EVO e parmigiano), panzanella, ribollita, acquacotta casentinese ma anche bruschette e companatico che valorizzano salumi, formaggi e carne locali ma che soprattutto danno risalto all’ingrediente fondamentale. Quel pane che qui a Rimbocchi si produce in un luogo che resiste al tempo ed allo spopolamento della valle, lo storico forno del paese che ancora oggi fornisce alimentari e piccoli supermercati dei centri della provincia. Così quando girovaghiamo per Arezzo ogni tanto capita d’incontrare quell’insegna rosso fuoco con la scritta “Panificio Rimbocchi”, ed allora sappiamo che i fratelli Corsetti – o meglio i loro nipoti! – sono arrivati anche lì, assieme al loro pane che profuma ancora di forno ed ha il gusto dei nostri migliori ricordi.